Con una nota di Salvatore Jemma

marzo 2023, pp. 200, Euro 14
ISBN: 9788895074658
In copertina: Mattia Di Leva, Prima sfera, ruggine su cotone
Le albe sono il terzo “pannello” de l’epica, il lungo poema a cui l’autore si dedica dal 1979: dopo le sette giornate e “le sette notti” (de zeven nachten, scritte contemporaneamente alle giornate) e prima dei tramonti, quasi tutti ancora da scrivere. Quattro pannelli che idealmente non si susseguono ma si guardano vicendevolmente, come idealmente fanno le quattro sculture delle tombe medicee.
Le diciotto albe, diciotto come diciotto sono i Libri in cui si divide il Mahābhārata, porteranno il titolo di uno dei Libri del poema indiano. Il primo si chiama Ādiparvan, ovvero ‘il libro dell’inizio’, e così (ma senza la maiuscola e senza il segno della lunga) si chiama la prima alba.Il libro è corredato da una nota di Salvatore Jemma, che scrive: “Quel che opera in tutto il lavoro di Robaey, oltre alla bellezza della sua poesia, è appunto lo sperdersi in uno spazio che l’autore rende infinito, come infinito diventa il tempo che in quello spazio si vive e si conta di vivere – proprio ciò che la poesia deve formare (che continuamente cerca di formare).”
col pensiero padre nella mia e tua mente
dove s’incurva si deposita la nebbia
come neve cade la pioggia si addensa
l’ombra creata dalla luce se ad essa
con la mano alzata fai resistenza
sugli occhi se ora la sposti la adagi
distendi su superficie piana ti aiuti
con l’altra che più mobile cerca
di fermarmi fermare il tempo che trema
perché si muove anche in questa nebbia densa
finché si scioglie si aprono gli otri del cielo
cantano poi gli uccelli per la terra
fresca bagnata colta già dalla sera